Nuovi percorsi della Memoria

Presentato questa mattina presso l’aula polivalente dell’Istituto Sraffa di Crema, il progetto Nuovi percorsi della Memoria”, pensato dal Centro Ricerca Alfredo Galmozzi presieduto da Nino Antonaccio e che vede impegnati, oltre all’Anffas Crema, rappresentata questa mattina dal direttore Andrea Venturini, proprio la scuola diretta da Roberta Di Paolantonio.

La finalità dell’iniziativa è quella di avvicinare da una parte gli studenti e dall’altra i giovani affetti da fragilità di tipo cognitivo e relazionale, al patrimonio documentale locale, attraverso l’ideazione e la realizzazione di metodi innovativi di ricerca e costruzione di percorsi narrativi della memoria storica del territorio cremasco, ha spiegato Nino Antonaccio. In pratica, la creazione di un archivio digitale, adeguato alle specificità di apprendimento e fruizione da parte delle persone con fragilità, partendo da documenti audiovisivi correttamente archiviati, inventariati e catalogati.

“Il Centro Galmozzi grazie all’approvazione del progetto da parte della Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona e grazie al supporto della Popolare Crema per il Territorio, parte sabato con il primo incontro qui allo Sraffa, perché il progetto ha due partner – ha detto Antonaccio – lo Sraffa, che in estrema sintesi formerà con noi gli studenti ad essere a loro volta formatori, e l’altro partner, rappresentato dall’Anffas, che si occupa di persone fragili, in particolare autistici ad alto funzionamento, i quali al termine del progetto, impareranno a fare un archivio digitale”. Per il presidente Antonaccio si tratta di una vera e propria sfida: “È un progetto ambizioso e completamente nuovo, non esiste una letteratura al riguardo, andremo a ricercare strategie che saranno gli stessi utenti a suggerirci”.

 

Nuovi percorsi della Memoria, sarà coordinato per Anffas da Barbara Viviani e si articola in una serie di fasi che coprono un intero anno. Nel dettaglio, si prevede fino al prossimo gennaio, un laboratorio formativo da parte del Centro Galmozzi per alcune classi dello Sraffa (indirizzo professionale socio-sanitario e indirizzo tecnico turistico), che potrà inserirsi anche nella programmazione di percorsi di alternanza scuola lavoro. Nella seconda parte del progetto, presumibilmente tra i mesi di gennaio e settembre del prossimo anno, alcuni studenti, formati in materia archivistica, di valorizzazione di beni culturali e di storytelling, diventeranno a loro volta co-conduttori di un laboratorio rivolto a giovani con disturbi dello spettro autistico, in carico all’Anffas di Crema. Coadiuvati da operatori del Centro e dagli educatori, i ragazzi proveranno a costruire modalità di accesso ai documenti audiovisivi, capaci di valorizzare le abilità di ciascun partecipante. Nell’ultima fase del progetto, che interesserà i primi mesi del prossimo anno scolastico (da settembre a dicembre 2022), si procederà con il caricamento sull’Archivio digitale del Centro Galmozzi, dei Percorsi della Memoria prodotti dai ragazzi dello Sraffa e dagli utenti dell’Anffas di Crema, tramite una sorta di diario multimediale, documentato dai video di Michele Mariani e da altre pubblicazioni che descriveranno le diverse fasi progettuali, per le quali è stato creato un sito dedicato https://www.nuovipercorsimemoria.it/.

Dopo i saluti della preside Di Paolantonio, che ha ringraziato il Centro Galmozzi ed i docenti che si occuperanno di accompagnare gli studenti in questo percorso formativo, Giorgio Olmo, per la Popolare Crema per il Territorio ha ricordato gli interventi di sostegno nei vari ambiti nei quali opera l’associazione, per una cifra che si aggira intorno alle 600 mila euro ogni anno. Per Anffas Crema ha portato il suo contributo Andrea Venturini, il quale ha ricordato come le persone che presentano profili di autismo, per loro caratteristiche hanno distorte percezioni sensoriali e iniziative come quella di questo progetto rappresentano una sfida: “L’importante è aprire una breccia nel nostro modo di pensare e di lavorare, perché quando si parla di ostacoli alle persone con disabilità, la prima cosa che balza agli occhi sono le barriere architettoniche, ma le barriere sono di tanti tipi – ha concluso Venturini – e gli ostacoli possono essere anche la fruizione di una foto, di un paesaggio”.